L'infanzia di Maria è un brano contenuto nel concept album "La buona novella" pubblicato nel 1970. L'LP è tratto dalla lettura di alcuni Vangeli apocrifi (in particolare, come riportato nelle note di copertina, dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo arabo dell'infanzia)
Seguendo le caratteristiche degli Apocrifi, in questo album la narrazione della buona novella sottolinea l'aspetto più umano e meno spirituale assunto da alcune tradizionali figure bibliche (ad esempio, Giuseppe) e presta maggiore attenzione a figure minori della Bibbia, che qui invece diventano protagonisti (ad esempio, Tito e Dimaco, i ladroni crocefissi insieme a Gesù).
È stato ritenuto da De André «uno dei suoi lavori più riusciti, se non il migliore».
« Quando scrissi "La buona novella" era il 1969. Si era quindi in piena rivolta studentesca; e le persone meno attente - che poi sono sempre la maggioranza di noi -: compagni, amici, coetanei, consideravano quel disco come anacronistico. Mi dicevano: "cosa stai a raccontare della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con scritto sopra sedici; noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall'autoritarismo del potere, dagli abusi, dai soprusi." .... Non avevano capito - almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza - che La Buona Novella è un'allegoria. Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell'autorità si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali. »
Seguendo le caratteristiche degli Apocrifi, in questo album la narrazione della buona novella sottolinea l'aspetto più umano e meno spirituale assunto da alcune tradizionali figure bibliche (ad esempio, Giuseppe) e presta maggiore attenzione a figure minori della Bibbia, che qui invece diventano protagonisti (ad esempio, Tito e Dimaco, i ladroni crocefissi insieme a Gesù).
È stato ritenuto da De André «uno dei suoi lavori più riusciti, se non il migliore».
« Quando scrissi "La buona novella" era il 1969. Si era quindi in piena rivolta studentesca; e le persone meno attente - che poi sono sempre la maggioranza di noi -: compagni, amici, coetanei, consideravano quel disco come anacronistico. Mi dicevano: "cosa stai a raccontare della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con scritto sopra sedici; noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall'autoritarismo del potere, dagli abusi, dai soprusi." .... Non avevano capito - almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza - che La Buona Novella è un'allegoria. Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell'autorità si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali. »
Consegnata ai vecchi sacerdoti quando aveva solo tre anni, Maria impara a misurare il tempo con il succedersi delle preghiere, fino a quando l'ingresso nella pubertà fa ritenere ai sacerdoti che una fanciulla, divenuta donna e quindi impura, non possa più restare nel recinto sacro del tempio. Così, con grande concorso di popolo, si tiene un'insolita asta pubblica per assegnare in sposa la giovane Maria. La sorte assegna a Giuseppe, un vecchio falegname, quella che, in realtà, è per lui una figlia piuttosto che una moglie.
Questa è la trama, impreziosita dalla trascrizione, sulla busta interna del disco, di alcuni brani del protovangelo di Giacomo. La canzone si chiude sulla voce narrante del solista, che cita un altro passo dello stesso vangelo: Giuseppe porta Maria nella propria casa e subito la lascia per andare a svolgere un lavoro che lo terrà lontano quattro anni [...].
Il coro [...] prima piange l'infanzia reclusa della giovane e poi impersona la folla durante l'assegnazione di Maria.
[Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, pp. 63-64]
È bene ricordare che la melodia de L'infanzia di Maria è ripresa dalla canzone intitolata Bella che nei tuoi occhi, di Vittorio Centanaro.