Bread and roses
La canzone fu probabilmente ispirata dal lungo e drammatico sciopero di Lawrence, nel Massachusetts, dell’inizio
del 1912: uno sciopero di lavoratori e lavoratrici tessili, e di immigrati. Forse alcune lavoratrici portavano bandiere con la scritta "Bread and roses" (Pane e Rose), ma sembra che non ci siano prove. L’unica prova certa riguarda un discorso di Rose Schneiderman (foto a lato), immigrata ebrea polacca, socialista e riformatrice sociale, formidabile oratrice dai capelli rossi, formidabile sindacalista dell’industria dell’abbigliamento newyorkese. E suffragista. Ed è in quanto sindacalista e suffragista che nel giugno del 1912, di fronte a una platea di suffragiste middle-class o forse proprio ricche di Cleveland, in Ohio, Rose spiega il concetto: “Ciò che la donna che lavora vuole è il diritto di vivere, non semplicemente di esistere – il diritto alla vita così come ce l’ha la donna ricca, il diritto al sole e alla musica e all’arte. Voi non avete niente che anche l’operaia più umile non abbia il diritto di avere. L’operaia deve avere il pane, ma deve avere anche le rose. Date una mano anche voi, donne del privilegio, a darle la scheda elettorale con cui combattere”.
Questo slogan ha scandito nel tempo le lotte delle donne intrecciando la storia del femminismo contemporaneo della “seconda ondata” con la storia del suffragismo e delle agitazioni sociali di un tempo più antico.
Da questa frase, nel 1912, James Oppenheim, i cui poemi sono legati alla classe dei lavoratori, compose un poema che fu successivamente musicato da Martha Coleman. Negli anni 70 la canzone è diventata la canzone simbolo del femminismo ed è stata interpretata, fra gli altri, da Joan Baez e Mimi Fariña, Judy Collins.
Nel 1974, Mimi Fariña fondò Bread and Roses, una organizzazione non profit con lo scopo di portare musica e intrattenimento gratuito in ospedali, case di cura e prigioni, inizialmente nella zona della Baia di san Francisco e più tardi su scala nazionale.
Ispirati allo slogan del 1912 anche il film "Bread and roses" di Ken Loach (2000) e "Vogliamo anche le rose" di Alina Marazzi (2007)
La canzone fu probabilmente ispirata dal lungo e drammatico sciopero di Lawrence, nel Massachusetts, dell’inizio
del 1912: uno sciopero di lavoratori e lavoratrici tessili, e di immigrati. Forse alcune lavoratrici portavano bandiere con la scritta "Bread and roses" (Pane e Rose), ma sembra che non ci siano prove. L’unica prova certa riguarda un discorso di Rose Schneiderman (foto a lato), immigrata ebrea polacca, socialista e riformatrice sociale, formidabile oratrice dai capelli rossi, formidabile sindacalista dell’industria dell’abbigliamento newyorkese. E suffragista. Ed è in quanto sindacalista e suffragista che nel giugno del 1912, di fronte a una platea di suffragiste middle-class o forse proprio ricche di Cleveland, in Ohio, Rose spiega il concetto: “Ciò che la donna che lavora vuole è il diritto di vivere, non semplicemente di esistere – il diritto alla vita così come ce l’ha la donna ricca, il diritto al sole e alla musica e all’arte. Voi non avete niente che anche l’operaia più umile non abbia il diritto di avere. L’operaia deve avere il pane, ma deve avere anche le rose. Date una mano anche voi, donne del privilegio, a darle la scheda elettorale con cui combattere”.
Questo slogan ha scandito nel tempo le lotte delle donne intrecciando la storia del femminismo contemporaneo della “seconda ondata” con la storia del suffragismo e delle agitazioni sociali di un tempo più antico.
Da questa frase, nel 1912, James Oppenheim, i cui poemi sono legati alla classe dei lavoratori, compose un poema che fu successivamente musicato da Martha Coleman. Negli anni 70 la canzone è diventata la canzone simbolo del femminismo ed è stata interpretata, fra gli altri, da Joan Baez e Mimi Fariña, Judy Collins.
Nel 1974, Mimi Fariña fondò Bread and Roses, una organizzazione non profit con lo scopo di portare musica e intrattenimento gratuito in ospedali, case di cura e prigioni, inizialmente nella zona della Baia di san Francisco e più tardi su scala nazionale.
Ispirati allo slogan del 1912 anche il film "Bread and roses" di Ken Loach (2000) e "Vogliamo anche le rose" di Alina Marazzi (2007)