D'Altrocanto nonostante tutto |
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"Un uomo è alla sua scrivania. Per terra, fogli di carta appallottolati qua e là. Ha le gambe incrociate e si è messo comodo, sfilandosi le scarpe dai piedi. L’uomo è uno scrittore e batte i tasti della sua macchina da scrivere con vigore e trasporto, per dare finalmente un degno inizio al suo romanzo: “C’era una volta una ragazza davvero amabile e molto timorosa. Viveva da sola, a parte un gatto senza nome“. Queste sono le prime due righe. All’improvviso, al di là della finestra alle sue spalle, risuona una dolce melodia cantata da una giovane donna. L’uomo, incuriosito e ammaliato, si affaccia e guarda giù. Sorride. Vede la bellissima ragazza del piano inferiore seduta sul davanzale esterno di una finestra mentre, sognante, canta “Moon river”, accompagnandosi con una chitarra. La ragazza indossa una maglia chiara, dei pantaloni blu, scarpe basse, e ha un fazzoletto bianco legato sui capelli. Nella canzone, “una fanciulla si rivolge a quel sognatore, a quello spaccacuori di cui si è innamorata. Ora che le loro vite si sono incrociate, saranno una cosa sola; dovunque lui andrà, lei lo seguirà. Saranno due nomadi in giro per il mondo“. La bella ragazza alla fine si sente osservata e nota lo scrittore che la fissa dall’alto. Gli sorride e lo saluta. Lui ricambia, incantato. “Che fai?” – gli chiede lei. “Scrivo“, le risponde semplicemente lui. Quando poi suonano alla porta, l’incanto viene spezzato. |
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