Una delle scene cult del cinema italiano è nel film Pane, amore e... di Dino Risi.Mambo italiano era originariamente una canzone popolare, arrangiata poi nel 1954 da Bob Merrill che mise su carta la sua versione rendendola "ufficiale". Il brano fu inciso per la prima volta da Rosemary Clooney e successivamente da molti artisti fra cui Dean Martin, Renato Carosone, Bette Midler.Mambo italiano è presente anche nella colonna sonora dei film
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"Ero sdraiato sul divano della nostra casa quando sentii Yoko che suonava al piano la "Sonata al Chiaro di luna" di Beethoven. Improvvisamente le dissi: puoi suonare questi accordi al contrario? Lei lo fece ed io scrissi Because". |
Tornato in America, riprese in mano questo brano e il 10 ottobre del 1966 la canzone fu pubblicata nel terzo album del duo che prese nome proprio da un verso di Scarborough fair: "Parsley, Sage, Rosemary and Thyme" . |
Nella loro versione Simon & Garfunkel intervallarono le parole tradizionali con altre composte da loro (Canticle), di chiara impostazione pacifista, contrapposte alla vecchia ballata. Sullo stesso bellissimo tema si rincorrono, in suggestivo canone, le semplici parole della ballata tradizionale, in cui un innamorato chiede al viaggiatore che sta andando a Scarborough di ricordarlo al suo amore e di chiederle prove d'amore irrealizzabili, con scene di guerra. Sono gli anni della guerra del Vietnam e, come dice il Canticle, "i generali ordinano ai loro soldati di uccidere e di combattere per una causa che hanno dimenticato da molto tempo"
E così è sia per l'innamorato che tenta di farsi ricordare dal suo amore che per il soldato e tutti coloro che si trovano coinvolti in una -come sempre incomprensibile- guerra che vengono invocati "Parsley, Sage, Rosemary and Thyme" ovvero "Prezzemolo, Salvia, Rosmarino e Timo"
Quando Mike Nichols ascoltò "Parsley, Sage, Rosemary and Thyme" ne rimase impressionato e organizzò un incontro con Simon & Garfunkel e il loro impresario, allo scopo di presentare la sceneggiatura del film "Il laureato" ma, vista l’iniziale riluttanza di Paul Simon, i quattro convennero solo sull’opportunità di selezionare tre brani dal repertorio della coppia e commissionarne almeno uno del tutto inedito. Simon arrivò alla fase di post-produzione senza aver composto nulla di definitivo e si presentò da Nichols strimpellando i versi embrionali di un nuovo brano, presentandoli come «non attinenti al film… solo una piccola cosa su Joe Di Maggio, la signora Roosevelt e i tempi andati». Nichols, però, colse subito la potenzialità del brano e volle inserire a tutti i costi il pezzo, reintitolato Mrs. Robinson, nella colonna sonora del film mentre dal repertorio furono selezionati dall'album "Sounds of silence" i brani "The sound of silence" e "April come she will" e dall'album "Parsley, Sage, Rosemary and Thyme il brano "Scarborough Fair/Canticle" .
Il disco contenente la colonna sonora del Laureato spopolò ovunque, scalzando il White Album dei Beatles dalla vetta delle classifiche e diventando, in tutto il mondo, uno dei best-seller dell’anno.
Fonti bibliografiche
"We will rock you" di Massimo Cotto - Edizioni Bur-Rizzoli
http://www.buscadero.com/il-laureato-colonna-sonora-simon-garfunkel/
Cicerenella é un'antica filastrocca popolare scritta da autori ignoti nel 1700. Il suo ritmo è quello di una tarantella, un ballo alle origini maledetto, ghettizzato o proibito, costretto, per sopravvivere, a giustificarsi come pratica di guarigione da uno stato alterato, sorta di esorcismo in musica per scacciare il demone che invasa e possiede chi è morso dalla tarantola, il tarantato. Proprio per il suo ritmo nel corso dell’Ottocento Cicerenella fu diffusa col titolo specifico di Tarantella di Posillipo.
Nel film "L'oro di Napoli" di Vittorio De Sica Cicerenella è interpretata da Totò nei panni del pazzariello, il banditore che, con una divisa militare dai colori sgargianti, celebra con filastrocche l’apertura di nuovi negozi (spesso di vini) accompagnato da una piccola banda musicale.
Nel frammento di film in cui è presente questo brano si vede che Don Saverio, il pazzariello, prima di scendere in strada per inaugurare un negozio di pasta e proporre il divertente siparietto in cui canta anche Cicerenella, è costretto ad obbedire a ordini impartitigli da Don Carmine, il guappo del Rione Sanità, insediatosi arbitrariamente in casa sua.
Quasi a dimostrare che a Napoli la comicità nasconde sempre un lato tragico.
Così come la tragedia rivela sempre qualche tratto di comicità.
Non a caso Giuseppe Marotta, l' autore del libro "L'oro di Napoli", diceva che
“A Napoli, Sofocle va a braccetto con Pulcinella"
La notorietà di Cicerenella è legata a Roberto Murolo e alla Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Roberto Murolo, figlio del poeta napoletano Ernesto Murolo, una sera del 1952, rovistando nella biblioteca del padre, ritrovò i volumi di una pubblicazione d inizio '900 - "Eco di Napoli" - che riportava testo e musica di tutte le canzoni napoletane antiche. Nacque così l'idea di: "Napoletana. L'antologia cronologica della canzone partenopea", monumentale opera composta da dodici dischi a 33 giri, con più di 150 canzoni che ricoprono un arco temporale che va dal 1200 ai primi anni sessanta del secolo scorso. Il primo disco fu pubblicato nel 1956 e fu un successo: per tutti gli intellettuali del tempo queste canzoni rappresentavano la musica napoletana non contaminata, alternativa a quella di consumo propinata dal festival. Nel giro di cinque anni l'intera opera fu completata.
Lo stile vocale inconfondibile, la formula invariabile di voce e chitarra conferiscono un respiro unico ad un repertorio che spazia attraverso i secoli e attraverso i generi: dall'antica "villanella" al canto marinaro seicentesco, alla classica canzone romantica di fine ottocento, all'umorismo delle canzoni di Gil e Maldacea, fino alle composizioni del dopoguerra
Nel volume secondo (dal 1700 al 1820) c'è Cicerenella.
Alla fine dei "favolosi" anni sessanta la musica leggera offriva un repertorio vastissimo di canzoni facili e piacevoli e per ragazzi di Napoli fare musica era abbastanza semplice; bastava essere in quattro, acquistare gli strumenti, spesso di seconda mano, in via Costantinopoli, mettere su il solito repertorio ed esibirsi direttamente nei locali di città e dintorni. Di musica popolare non si sapeva praticamente nulla; in città quasi nessuno aveva mai sentito parlare di tammorra e chitarra battente eppure alcuni diciottenni di Bagnoli, appassionati di musica, decisero di non seguire i modelli imposti dalla moda discografica e, grazie anche all'incontro con il finissimo musicista Roberto De Simone, intrapresero insieme una strada completamente diversa. Roberto De Simone e la Nuova Compagnia di Canto Popolare (questo il nome scelto) si avviarono nelle campagne alla ricerca della musica popolare che ancora si fa, quella cosiddetta "di tradizione orale", e nelle biblioteche, alla ricerca di quella che non si canta più da secoli.
Ricerca, prove serrate, discussioni musicali portate avanti fino a notte fonda durarono tre anni; poi arrivò il successo. Prima del successo, anche Eduardo De Filippo era andato in aiuto del giovane gruppo. Convinto da attori della sua compagnia ad assistere ad un concerto della NCCP, alla fine della loro esibizione disse "...Eh, quando ci sta il popolo alle spalle non si può sbagliare ... Non si può sbagliare". E il giorno dopo i ragazzi della NCCP erano tutti invitati per il pranzo a casa De Filippo. E la sera Eduardo li portò con sé al San Ferdinando, per presentarli al suo pubblico al termine della rappresentazione "Il sindaco dl Rione Sanità".
Nel 1972 esce il primo disco della NCCP ed in questo è contenuta Cicerenella.
Fonti bibliografiche:
Eugenio Bennato - Carlo D'Angiò: A sud di Mozart - ed. Tullio Pironti -1987
"The house of rising sun" (già recensita su questo sito web al link) raggiunse un grande successo nel 1964 quando The Animals registrarono la loro versione. Prima di loro il brano era stato inciso da Leadbelly, Woody Guthrie, Nina Simone (la cui versione fu quella che per prima gli Animals ascoltarono) e, nel 1961, da Bob Dylan.
"La versione degli Animals fu leggendaria per almeno due motivi: uno perché era la prima volta che una strumentazione profondamente rock si metteva al servizio di una ballata folk e due perché la voce di Eric Burdon sembrava davvero la voce della vittima della storia. Dylan si era limitato a raccontare, Burdon l'ha vissuta nei panni del ragazzo che ha rovinato la sua vita nella casa del sole che nasce. Burdon si era immedesimato così tanto da cambiare la prospettiva: la vittima non era più una donna costretta a prostituirsi, ma un uomo, che si era giocato i soldi e la vita esattamente come suo padre. Alla fine del brano sta tornando a New Orleans ma con una palla al piede, da carcerato."
Gli Animals eseguirono per la prima volta questo brano durante un tour in Inghilterra con Chuck Berry. Andò così bene che lo registrarono nelle pause del tour. In un'intervista del 2010 Eric Burdon ha detto <<" House of rising sun" è una canzone che era proprio nel destino. Lei era fatta per me ed io per lei. Era la canzone più adatta per il tour di Chuck Berry perché ci dava modo di raggiungere il pubblico di Chuck Berry senza copiare Chuck Berry>>
Nella versione folk-rock degli Animals, "House of Rising sun" è stato un brano che la generazione di fine anni 60 ha sentito profondamente suo e questo lo ha ben sottolineato il regista Marco Tullio Giordana che lo ha voluto nella colonna sonora di suoi due film fortemente legati a quegli anni
I cento passi (2000) e La meglio gioventù (2003)
De "I cento passi" è lo stesso Marco Tullio Giordana a dire:
"Questo è un film sulla mafia, appartiene al genere. È anche un film sull'energia, sulla voglia di costruire, sull'immaginazione e la felicità di un gruppo di ragazzi che hanno osato guardare il cielo e sfidare il mondo nell'illusione di cambiarlo. ... È un film su ciò che di buono i ragazzi del '68 sono riusciti a fare, sulle loro utopie, sul loro coraggio. "
E quando questo gruppo di ragazzi entusiasti si trova riunito per iniziare l'allestimento della loro Radio Aut che, come dice Peppino Impastato, servirà per quando bloccano i comizi, sequestrano il materiale perché "l'aria non ce la possono sequestrare" è allora che, con tutta la sua potenza, la voce di Eric Burdon inizia "There is a house in New Orleans ..." e prosegue finchè Radio Aut è pronta.
e "La meglio gioventù", film che racconta la storia di un'intera generazione in un periodo che va dal 1966 al 2002, inizia proprio con "House of rising sun"
The house of rising sun, è presente anche nei film.
Casinò (1995) - Confidence - La truffa perfetta (2003) - Jobs (2013) - Selma, la strada per la libertà (2014) - Pink zone (2014) - Before I disappear (2014) - Whatever happened to rock and roll? (2015) - Ayanda and the mechanics (2015)
Il fatto che dal 2013 ad oggi il brano sia stato inserito in cinque film ci dimostra di quanto ancora sia attuale.
Fonti bibliografiche:
"We will rock you" di Massimo Cotto - edizioni BUR-Rizzoli
http://www.songfacts.com/detail.php?id=439
Note di regia in Cinematografo 2007 (Nota di wikipedia)
L’inconfondibile arpeggio, poi l’incipit diventato leggendario: «Hello darkness, my old friend». Era il 1966, anno di accelerazioni spaventose per il rock. Tra le voci dominanti di quei mesi infuocati c'erano anche quelle di Simon & Garfunkel. |
Simon scrisse il brano di getto cercando, come lui stesso ha spiegato, di raccontare "con la semplicità delle melodie e delle parole l'alienazione giovanile. Avevo 21 anni, non ho scritto pensieri molto elaborati. Era pura rabbia adolescenziale, ma possedeva un livello di verità che ha finito per toccare la sensibilità di milioni di persone".
Il 1966 e il 1967 sono due anni cruciali per la canzone.
Era il 1966 quando Bob Dylan aveva stravolto tutta la grammatica del rock con Like a rolling stone. Quel brano scioccante e incredibilmente "nuovo" era stato prodotto da Tom Wilson, che aveva lavorato anche con Paul Simon e Art Garfunkel. Fu proprio Wilson ad accorgersi che alcune radio di Boston e della Florida trasmettevano The sounds of silence. Wilson ebbe un'illuminazione e, all'insaputa di Paul e Art, chiese ai musicisti con cui aveva registrato Like a rolling stone di sovraincidere strumenti elettrici e batteria all'originale, creando un singolo perfettamente in linea con il gusto folk-rock contemporaneo.
Risultato: il giorno di capodanno del 1966 nella sua nuova versione la canzone arrivò al primo posto della classifica pop negli Usa.
E l’anno dopo arrivò la consacrazione: il brano fu usato nella colonna sonora del film Il laureato di Mike Nichols. Accompagnava i titoli di testa, la scena della piscina e i titoli finali.
La scena finale de Il laureato, quella della fuga di sull'autobus di Dustin Hoffman e Katharine Ross, trasformò la canzone nella colonna sonora di uno strappo generazionale.
La amarono tutti, caricandola anche di significati politici e sociali che Simon e Garfunkel hanno sempre negato. Molti lessero in quei versi un riferimento al trauma provocato dall'omicidio di John Kennedy. Tra questi Emilio Estevez, che l'ha voluta per la colonna sonora del film Bobby, che racconta la storia della giornata dell'omicidio di Robert Kennedy.
Bobby (2006)
E in uno strano gioco di incroci tra cinema, cronaca e musica, The sound of silence è finita anche nella colonna sonora di Watchmen di Zack Snyder, la trasposizione per il grande schermo del fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons. Snyder l'ha scelta per la scena dei funerali del Comico, il personaggio che nel film uccide proprio John Kennedy. L'America ha sempre una storia circolare, che va oltre qualsiasi sceneggiatura.
Watchmen (2009)
Il grande valore simbolico della canzone fu accresciuto dopo l’11 settembre: Simon, da solo con la chitarra, l’ha cantata al Ground Zero Memorial in occasione del decennale degli attentati. Davanti a un pubblico emozionato, commosso e raccolto, è il caso di dirlo, nel suono del silenzio.
Fonti bibliografiche:
http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2016/01/17/news/the_sound_of_silence-131468880/
http://www.corriere.it/spettacoli/14_marzo_06/the-sound-of-silence-compie-50-anni-27eedb60-a500-11e3-8a4e-10b18d687a95.shtml
Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio è la storia di un regista in crisi, che decide di scappare in Sicilia incontrando, nel suo viaggio, un’Italia allo sbaraglio, dove tutto sembra finto e vacuo.
Nel finale del film il sorriso dei protagonisti fa intravedere la speranza di ritrovare quello che sembra irrimediabilmente perso. E il finale è sulle note di “ In cerca di te”, nella versione di Mariangela Melato.
In cerca di te (Perduto amore) fu lanciata nel 1945 da Nella Colombo, che ne fece un successo strepitoso, sorretta da un formidabile swing che ne sdrammatizzava il tragico contenuto. Se probabilmente nelle intenzioni degli autori questa non voleva essere altro che una canzone melanconicamente sentimentale, Solo me ne vò per la città, come finì per essere ricordata a dispetto del vero titolo, si trovò ad esprimere lo stato d’animo di tanti italiani di allora e soprattutto di quelli rimasti o finiti a nord della Linea Gotica, per i quali la guerra durò dai diciotto ai sei mesi in più rispetto ai concittadini del Sud e del Centro. Finita la guerra, le città, violate dai bombardamenti e offese dalla lotta civile, nuovamente ricche di libertà ma poverissime di beni di consumo, riprendevano a vivere. S’erano riaccese le luci nella notte, finito il coprifuoco: la strada era di nuovo la casa di tutti, dove si ricominciava a commerciare, a discutere, a far l’amore, a scaricare vecchi odi. La gente viveva nelle strade in quei primi giorni di pace e tra la folla vagabondavano i reduci della prigionia, i fascisti fuggiaschi, gli ex partigiani vittoriosi: tutti uomini con gli animi accesi da sentimenti diversi ma accomunati da un solo ansioso desiderio: ritrovare le persone più care e ricominciare a vivere, dopo tanti anni di affannata sopravvivenza.
La vigilia di Natale del 1942, ultimo Natale fascista del nostro paese. esce al cinema “Stasera niente di nuovo” , ultimo film di quella che sarà chiamata trilogia mattoliana “I film che parlano al vostro cuore”. |
La canzone viene poi cantata nuovamente nel film. Maria la canta in un piccolo teatro di periferia. Fa ora parte di una compagnia di varietà, cui si è unita dopo essere scappata dalla casa di redenzione in cui Cesare l'aveva condotta.
L'epilogo del film è drammatico: Maria, molto malata, racconta a Cesare che i suoi genitori la credono una moglie felice. Lui la sposa e i genitori possono così accorrere al suo capezzale. Anche Cesare è al capezzale di Maria morente. E mentre Maria muore, il telefono squilla. Dall’altro capo si sente la voce del tipografo del giornale che, prima di andare in macchina, chiede a Manti se ci sono novità. Il rumore delle rotative è assordante, Cesare con gli occhi fissi nel vuoto risponde: “No, stasera niente di nuovo”.
Alida Valli non incise mai "Ma l'amore no".
Fu Lina Termini ad inciderla, il 22 febbraio 1943. L'accompagnava in questa vera e propria impresa, dato il periodo bellico che si faceva ogni giorno più difficile, la sempre presente orchestra di Cinico Angelini che già aveva presentato più volte la canzone alla radio senza però mai (proprio per la guerra) riuscire a inciderla.
La registrazione venne effettuata negli studi Cetra di Via Arsenale 1 a Torino, sempre meno attivi in questo difficile periodo. Non vi fu neppure il tempo di realizzare la registrazione dell'altra canzone che avrebbe dovuto accoppiarsi sul disco tanto che si optò per il ripescaggio di una vecchia matrice realizzata precedentemente e mai pubblicata sino a quel momento su cui era incisa "La porta chiusa", |
Il successo fu enorme, compatibilmente con l'impossibile momento che l'Italia si stava preparando a vivere.
Accompagnò per radio lo sbarco degli alleati, la caduta del fascismo, la notte dell'8 settembre, l'armistizio, il governo Badoglio, la fuga del re, l'occupazione delle truppe tedesche, le deportazioni, la liberazione.
La canzone è presente anche nel film Telefoni bianchi (1976) di Dino Risi e nel film Malena (2000) di Giuseppe Tornatore
Fonti bibliografiche:
https://monsieurmabeuf.wordpress.com/2013/12/25/stasera-niente-di-nuovo/
http://www.ildiscobolo.net/public/SPECIALI%20-%20OSCAR%20CARBONI/1943%20MA%20L'AMORE%20NO.htm
http://www.maramaoband.it/Default.aspx?TabId=75
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